Arrampicare in Sardegna

L'arrampicata è arte e disciplina allo stesso tempo. Ad un occhio distratto, la roccia non è altro che roccia, ma proprio come un pittore o uno scultore, l'arrampicatore legge la parete per seguire la linea più bella. La verticalità, il paesaggio, la solitudine e la sfida con se stessi sono una conquista interiore piuttosto che una vittoria da mostrare. I movimenti sinuosi portano alla vetta solo se si è disposti ad affrontare l'impegno. L'arrampicata diventa così una disciplina intesa come sottomissione volontaria alle leggi della fisica, governo dei propri istinti, dominio su emozioni, impulsi e desideri. Dove il risultato desiderato non arriva, è nella continua ricerca di se stessi che bisogna aspirare.

Gli antichi hanno indubbiamente attraversato intere catene montuose alla ricerca di animali da cacciare e di terre fertili da coltivare, si può forse parlare di scalata per scolpire intere necropoli sospese nel cuore della roccia? Gli antichi greci e romani consideravano l'ascesa come un percorso divino. Per raggiungere i templi in Cina si dovevano attraversare ripidi e pericolosi passaggi rocciosi; essi consideravano il punto più alto una porta d'accesso al mondo ultraterreno. Il re Filippo di Macedonia scalò l'Elmo, Petrarca salì sul Mont Ventoux, Leonardo da Vinci si recò sulle Grigne e sul Monte Rosa. Bisogna aspettare il XVIII secolo perché l'Illuminismo porti la curiosità dai salotti alle montagne, iniziando i viaggi esplorativi. Nel Novecento la vetta doveva essere conquistata a tutti i costi e con qualsiasi attrezzo, ma ben presto lo stile e lo spirito divennero più importanti, nel rispetto della naturalità del percorso. Durante la Seconda Guerra Mondiale tornò a essere un'affermazione di sé.

Mentre negli Stati Uniti degli anni Cinquanta dilagava l'arrampicata sui graniti dello Yosemite, in Europa gli alpinisti inglesi promuovevano la continua ricerca di nuove vie, non avendone a disposizione sul proprio territorio. In Italia la prima salita documentata del Monte Bianco risale al 1786, ufficialmente per scopi scientifici. Le Alpi erano ancora considerate luoghi selvaggi e sconosciuti, gli uomini e le donne che dal 1840 al 1890 avrebbero conquistato tutte le vette erano considerati eroi fuori dal comune.

Quando Quintino Sella scalò di conseguenza il Monviso, nel 1863, nacque il CAI.

Viaggio in Sardegna

Quintino Sella ci conduce ora in Sardegna. Arrivò sull'isola nel 1869 e la attraversò a cavallo per valutare e indagare le condizioni dell'industria mineraria sarda. Erano anni di grandi cambiamenti. Il generale Della Marmora aveva già esplorato, triangolato, mappato tutte le cime della Sardegna. La più alta, Perdas Crapìas, prenderà il suo nome.

  Se escludiamo i Pastori alpinisti per necessità, per l'arrampicata in Sardegna le cose vanno un po' più a rilento. Già perché i pastori che dedicavano la loro vita alla montagna e alle greggi, soprattutto nel Supramonte, non usavano corde o attrezzi, erano soliti attraversare bisacce in spalla, pareti a strapiombo e profondi Baccus (gole), Troccus (salti, precipizi), a volte con l'aiuto di Ishalas 'e fustes (scale di legno), tronchi di ginepro di traverso o appoggiati per facilitare la scalata nei passaggi più difficili.

Bisogna infatti aspettare il 1921, quando Guido Cibrario scalò i colli del Monte Limbara e di Aggius in passaggi che ancora oggi non possono essere considerati arrampicata. Nel 1944 un gruppo di Alpini con Vittorio Cesa De Marchi salì la parete ovest-sud-ovest e la cresta ovest della Punta Jacu Ruju a Oliena. Nel corso degli anni sono stati fatti dei tentativi, ma non ancora da parte dei locali.

Nel 1973 Alessandro Partel e i suoi compagni realizzano vie di più tiri in Sardegna, anche se non è considerata una zona montuosa, c'è spazio per avventurarsi su pareti non molto più basse di quelle dolomitiche su un calcare di ottima qualità, il Monte Oddeu, il Cusidore.

Da qui in poi sarà un susseguirsi di esplorazioni, tra Capo Caccia, Capo Testa, il Supramonte di Dorgali e i graniti del Sud Sardegna, i Sette Fratelli, Villacidro e le incredibili scogliere a picco sul mare di Masua e Cagliari. L'approccio cambia, dagli scarponi alle scarpe, dall'alpinismo ai chiodi.

Oggi in Sardegna

Che si tratti di calcare o di granito, c'è l'imbarazzo della scelta tra vie di arrampicata sportiva o di più tiri, è possibile arrampicare tutto l'anno valutando l'esposizione delle vie e si sceglie sempre bene perché l'ospitalità, la buona cucina e la cultura saranno la vostra splendida cornice. C'è un motivo per cui in Sardegna si vive più a lungo?

I periodi migliori per arrampicare sono senza dubbio la primavera e l'autunno, ma poiché non esistono più le mezze stagioni possiamo dire che da marzo a luglio e da settembre a dicembre si può arrampicare senza problemi scegliendo la roccia giusta. Nei periodi più caldi si può scegliere la combinazione di mare e falesia, in quelli più freddi si sceglieranno le pareti più soleggiate. Esistono molte guide pubblicate che descrivono le infinite vie di arrampicata, costantemente monitorate e rinnovate nelle protezioni.

Le zone migliori dove si può arrampicare al meglio sono per noi:

- Sulcis Iglesias. I calcari di Domusnovas, Iglesias, le frazioni di Nebida e Masua, Fluminimaggiore e Buggerru, sono senza dubbio la meta preferita di chi risiede a Cagliari. Le falesie della Sella del Diavolo a Cagliari sono state la palestra di allenamento di tutti gli arrampicatori della Sardegna meridionale. In molti punti è possibile arrampicare con un'affascinante vista sul mare.

- Ogliastra. Dai paesi di Ulassai e Osini si possono raggiungere a piedi le falesie più belle, nei periodi più caldi, quando mettersi le scarpette da arrampicata è impensabile altrove, qui si può scalare all'ombra con la certezza di incontrare tanti appassionati senza dimenticare il buon cibo e il buon vino.

- Supramonte. Il Supramonte è vasto, ma quello di Dorgali e Oliena permette di raggiungere gli itinerari più belli limitando gli spostamenti ed entrando in un'isola nell'isola.

- Gallura. La Gallura è influenzata dal vento, dal mare, dall'acqua, e i graniti del Nord Sardegna sono una grande sfida da affrontare.

- Altri singoli spot da godere durante la giornata possono essere quello di Isili, Villacidro, Villasimius, Capo Pecora, sui quali vale la pena di cimentarsi tutti.

 

 Ora che ne sapete di più sull'arrampicata in Sardegna, siete pronti ad avventurarvi con noi?

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